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URBINO, Capitale del Rinascimento Italiano fu la città del Duca Federico da Montefeltro, uno dei più grandi condottieri ed umanisti del suo tempo. Federico da Montefeltro divenne Signore di Urbino e del Montefeltro all’età di 22 anni cioè dopo la morte del fratellastro Oddantonio, ma era già Signore dello Stato della Massa Trabaria, con capitale Sant’Angelo in Vado, a seguito del matrimonio con Gentile Brancaleoni. Con lui la cultura divenne uno stile di vita e il Palazzo Ducale di Urbino, descritto da Baldassar Castiglione “…..un Palazzo a forma di città ….”, un crocevia dei più grandi pensatori ed artisti. Il Palazzo, “Culla del Rinascimento Italiano”.
CAGLI, l’antica Cales, era un’importante città romana che faceva parte della Pentapoli bizantina sfortunatamente durante le invasioni fu distrutta e successivamente ricostruita sul Colle della Banderuola.
Nel 1287 la città di Cagli fu distrutta di nuovo da un incendio appiccato al Palazzo Comunale dalla fazione ghibellina sostenuta da Trasmondo Brancaleoni di Roccaleonella ma nel 1289, per volontà di Papa Nicolò IV, la città fu ricostruita ex novo e dal colle della Banderuola scese sul pianoro, inglobò il preesistente borgo e prese il nome di Sant’Angelo Papale.
Cagli, libero comune, regalò a Federico da Montefeltro il Palazzo Comunale e da quel momento in poi seguì le sorti del Ducato di Urbino fino al 1631 anno della devoluzione allo Stato Pontificio.
MERCATELLO SUL METAURO è un borgo medioevale integro dove il tempo non ha assolutamente intaccato la sua struttura. Famoso perché è la città natale di un Dottore della Chiesa ossia Santa Veronica Giuliani. All’interno della chiesa di San Francesco del XIII secolo è possibile vedere l’Eterno con il globo Tripartitico, il Crocefisso di Pietro da Rimini ed il ritratto di Federico da Montefeltro (Signore di Urbino) con Ottaviano Ubaldini.
SANT’ANGELO IN VADO è uno dei 100 borghi più belli d’Italia. Sant’Angelo in Vado è terra di saperi e sapori quei saperi che hanno permesso a una terra così fuori dai circuiti turistici classici e dalle vie di comunicazione veloci, da essere comunque meta turistica perché tanto ricca di storia, arte e cultura. Quei saperi che hanno reso famosa l’antica Tifernum Mataurense, odierna Sant’Angelo in Vado, come municipio romano e come capitale, durante il periodo medievale e rinascimentale, dello Stato della Massa Trabaria. E’ infatti una delle cittadine più ricche di storia, arte e cultura della provincia di Pesaro e Urbino. La sua storia è legata a famiglie importanti e potenti quali i Brancaleoni, i Montefeltro ed i Della Rovere.
PIOBBICO, l'origine del nome Piobbico risale all'epoca romana il termine publicum muta in plobicum per diventare plobici ed infine Piobbico. La storia del paese si identifica con la famiglia Brancaleoni. Attorno all'anno 1000 il territorio fu affidato come feudo a questa famiglia che vi regno per quasi cinque secoli. Risalgono a questo periodo il Castello, il borgo sottostante, le chiese, tutta la parte vecchia del paese, e le varie ville e villaggi attorno, che poi conseguentemente all'abolizione del feudalesimo si incorporano al villaggio di Piobbico. Dall’inizio del XII secolo Piobbico fu signoria dei Brancaleoni che arrivò a dominare l’intera Massa Trabaria. Si oppose prima all’Albornoz, poi a Papa Martino V, e divenne a metà del XV possedimento dei Montefeltro e seguì così le sorti del ducato di Urbino. Il 21 dicembre 1827 per decreto di Leone XII Piobbico diviene comune autonomo, e lo stemma sarà un braccio nudo che tiene sollevata una rovere.
URBANIA Distrutto dai Montefeltro Castello delle Ripe rinacque col nome di Casteldurante, fu una delle città più importanti per la produzione di ceramiche e maioliche. Cipriano Piccolpasso scrisse “I Tre Libri dell’arte del Vasaio”…. nei quali si tratta non solo la pratica, ma brevemente tutti i segreti di essa cosa che persino al dì d’oggi è stata sempre tenuta nascosta.
Casteldurante cambiò nome ancora una volta e divenne l’attuale Urbania. Francesco Maria II morì, la cittadina si vestì a lutto, l’illuminazione si spense e le fiaccole si accesero; Casteldurante come tutto il Ducato di Urbino e la Massa Trabaria disse addio ai suoi Duchi ed entrò a far parte dello Stato Pontificio.
SAN LEO fu capitale d’Italia per volontà del re Berengario II, terra dei Malatesta e dei Montefeltro grazie all’astuzia che Federico da Montefeltro ordì col suo Capitan Grifoni di Sant’Angelo in Vado. Visitare San Leo ed il Forte é come fare un salto nel passato; il Bembo lo definì “….. impropugnabile strumento da guerra….”. E’ famosa perché fu la prigione dove vi soggiornò l’alchemico, il taumaturgo, il mago, l’incredibile Giuseppe Balsamo detto Conte di Cagliostro “… uomo al di fuori di ogni tempo e luogo…”. Dopo 4 anni 4 mesi 4 giorni di prigionia morì.
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