Cosa fare a Urbania: il cimitero delle mummie!

Un pizzico di brividi! Oggi vi proponiamo,  tra le cose da fare assolutamente a Urbania, la visita alla Chiesa dei Morti, dove 18 corpi mummificati naturalmente vengono visitati e studiati da curiosi di tutto il mondo!

Le mummie di Urbania: un miracolo naturale

La chiesa dei Morti, o Cappella Cola fino al 1836, a Urbania, conserva al suo interno il cosiddetto cimitero delle mummie. Scoperti 2 secoli fa, i corpi di 12 uomini e 6 donne sfidano ancora oggi le leggi della natura. Si tratta di un fenomeno di mummificazione naturale, ma tanti anni fa erano considerati corpi fatati per l’eccezionale stato di conservazione.

La tale condizione di integrità, organi e apparati interni compresi, si deve alla conformazione climatica e geologica di Urbania che hanno prodotto una disidratazione dei tessuti grazie alla ventilazione costante, a alla protezione successiva da muffe naturali.

Il cimitero delle mummie di Urbania e i registri

Grazie ai verbali della “Confraternita della Buona Morte”, registrati dalla chiesa, di ognuna è possibile sapere la storia personale: vi è una giovane donna deceduta di parto cesareo, un giovane accoltellato, oppure la mummia dello sventurato che fu sepolto vivo in stato di morte apparente.

Sfortunatamente i reperti non sono mai stati sottoposti alla datazione al carbonio.

Attualmente si trovano esposte dietro la cripta dell’altare maggiore della chiesa e sono visibili al pubblico.

Sono ancora sono molte le domande che ruotano attorno a queste mummie, tanto da destare interesse e attirare turisti da tutto il mondo.

Crediti immagine in evidenza: urbania-casterdurante.it

Sotto riportiamo un servizio di Rai Uno dedicato al custode delle mummie e che ha permesso di renderle fruibili al pubblico: Giovanni Maestrini (tel. 349 8195469).

Cippo di Carpegna e Pantani: una storia da raccontare!

A pochissimi chilometri da noi, chi ama la bici da strada può ripercorrere un circuito famoso e bellissimo quanto difficile: quello tanto amato da Marco Pantani. Lungo le salite che portano sulla vetta del monte Carpegna, il Cippo, appunto, si allenava proprio lui, il grande e sfortunato campione.

Numerose le scritte a lui dedicate in ogni angolo delle salite: un tocco nostalgico e emozionante che rimane stampato nel cuore.

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Crediti immagine:  Svevo Pedivella

“Il Carpegna mi basta!” Scopriamo insieme la salita più amata dal campione Marco Pantani

Marco Pantani era molto amato nella nostra zona. E lui amava allenarsi proprio sul monte Carpegna.

Il percorso, i ciclisti lo sanno, è un cocktail molto complesso di fatica e resistenza: 115km e dislivello di circa 1.800 metri su strade che spaziano su meravigliosi panorami.
Marco Pantani percorreva queste strade rese celebri anche dalla sua frase “Il Carpegna mi basta” poiché riteneva superfluo scalare le Dolomiti per gli allenamenti: le salite del Carpegna erano più che sufficienti per preparare le sue innumerevoli vittorie.

Tra i percorsi segnalati dalla nostra brochure per i ciclisti, il primo venuto alla nostra mente non poteva altro che essere quello dedicato al grande campione. Inoltre il Cippo di Carpegna è facilmente raggiungibile dal nostro hotel (meno di 30 chilometri).

Panteni cippo

Il Pantani Day e la fondazione Marco Pantani Onlus

Marco Pantani è ancora molto vivo nelle nostra memoria.

Ci sono molte iniziative che lo ricordano (sul sito della sua fondazione trovate tutte le insiziative a lui dedicate).

Il PANTANI DAY è nato 5 anni fa da un’idea di Evelina Zanda, referente dell’ASD Funtos Bike e Luca Demozzi, istruttore rinomato nel Trentino. Esposto  il progetto alla Funtos Bike, ne  ha ricevuto subito il consenso e da quel giorno è diventata tappa annuale nel calendario Ufficiale della Fondazione Marco Pantani ONLUS.

Il primo in assoluto a salire sul palco ed a fare la prima ora come istruttore nel primo PANTANI DAY nel lontano 2013, è stato Marco Della Vedova, ex ciclista professionista che ha avuto l’onore di correre nella squadra Mercatone Uno insieme a Marco Pantani.