IL TARTUFO TRA ACQUALAGNA E SANT’ANGELO IN VADO

Nell’entroterra pesarese, sono queste le due mete principali per gli amanti del tartufo bianco pregiato.

Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, ormai da anni presenti nell’elenco nazionale delle Capitali del Tartufo, si riservano ogni anno di festeggiare tutte le sfumature di questo prodotto estremamente tipico della provincia di Pesaro e Urbino in genere.

Di seguito i programmi aggiornati degli eventi di entrambe le cittadine che ospiteranno migliaia di turisti pronti ad assaggiare il tartufo bianco pregiato, in tutti i suoi abbinamenti migliori.

SANT’ANGELO IN VADO: http://www.mostratartufo.it/

ACQUALAGNA: http://www.acqualagna.com/53-fiera-nazionale/

                                                                                      

I BORGHI PIù BELLI D’ITALIA

GRADARA

nel 2018 Gradara è stata riconosciuta come il Borgo dei Borghi, il più bello d’Italia!

Questa magnifica cittadina medioevale sorge sul crinale di un colle, visione decisamente suggestiva per chi percorre la superstrada adriatica o la statale ad essa affiancata.

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URBINO

Urbino, capoluogo con Pesaro della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.

Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l’eredità architettonica. Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell’umanità UNESCO.

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FRONTINO

Frontino appartiene alla Comunità Montana del Montefeltro e all’area del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello. Protetto alle spalle dal monte Carpegna, il borgo gode di scorci panoramici e della vista su un orizzonte senza fine.

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MERCATELLO SUL METAURO

Il borgo, che fu tra i castelli più importanti dell’antica regione della Massa Trabaria, ha mantenuto nel nucleo storico parte dell’aspetto medioevale, caratterizzato da una cinta murata protetta dal solco dei due corsi d’acqua, il Metauro e il torrente S. Antonio.  TUTTE LE INFO QUI


N.B. Per visitare questi borghi, i nostri ospiti avranno la possibilità di richiedere delle visite guidate personalizzate!

SCOPRIRE IL MONTEFELTRO E I SUOI LUOGHI D’ARTE E CULTURA

URBINO

L’antica capitale del ducato dei Montefeltro, sorge sulla cima di due colli e lungo le loro pendici con i tetti delle case e delle chiese digradanti verso il basso.

Da non perdere: Palazzo Ducale con i Torricini e Galleria Nazionale delle Marche, Duomo di Urbino, Casa di Raffaello e la Fortezza Albornoz;

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URBANIA

Cittadina ricca di monumenti, è posta al centro dell’alta valle del Metauro con il fiume che scorre a ridosso delle antiche mura su ben tre lati della cittadina.

Da non perdere: Museo Diocesano, Cimitero delle Mummie e Museo dell’Agricoltura, Palazzo Ducale di Urbania e il vicino Barco Ducale;

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PIOBBICO

Piobbico è un comune di origine medievale dominato dall’imponente mole del monte Nerone, una delle vette più alte dell’Appennino Umbro-Marchigiano.

Da non perdere: Palazzo Brancaleoni, Museo Civico, stazione sciistica del Monte Nerone;

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SANT’ANGELO in VADO

Sant’Angelo in Vado è una cittadina situata lungo l’alta valle del fiume Metauro, al centro di un paesaggio caratterizzato dai primi contrafforti appenninici.

Da non perdere: Palazzo della Ragione, Torre Civica, Cattedrale, “Domus del mito”, Mostra Nazionale del tartufo Bianco;

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MERCATELLO sul METAURO

Mercatello sul Metauro è un ridente centro dell’Alto Metauro, su cui sventola la Bandiera Arancione.

Da non perdere: la Pieve Collegiata e museo, la Chiesa di San Francesco e museo, la Casa Natale di Santa Veronica Giuliani, la “neviera” della Rocca, Palazzo Gasparini, il Palazzaccio; Tutte le info qui

LAMOLI di BORGO PACE

Lamoli di Borgo Pace, piccolo paesino incastonato nell’Appennino Umbro-Marchigiano a 600 m s.l.m., qui avviene l’unione tra i torrenti “Meta” ed “Auro” che danno vita al nostro fiume Metauro

Da non perdere: Museo dei colori naturali, Abbazia Benedettina di S. Michele Arcangelo.

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N.B. Per queste località sono disponibili visite di gruppo o private, su prenotazione da concordare in struttura.

BARCO DUCALE, PRESTIGIOSO COMPLESSO MONUMENTALE A POCHI METRI DAL NOSTRO BOUTIQUE HOTEL

Il Barco Ducale è situato a nord-ovest della città, a 200mt dalla nostra struttura. Fondato nel 1465 per volere di Federico da Montefeltro, era uno dei luoghi preferiti di Francesco Maria II della Rovere. Misura circa 1200 mq per piano, per due piani più un piano interrato adibito a cantina.

All’interno si trovava un piccolo convento trecentesco di frati francescani minori. La struttura offriva al Duca una possibilità di ristoro spirituale oltre che di svago fisico. È collegato al Palazzo Ducale da un fiume che cavalieri e dame risalivano in barca.

La struttura, a causa della vicinanza al fiume, cominciò a presentare problemi strutturali, tanto che nel 1719 una parte del convento crollò. Si decise così di demolire la struttura e riutilizzare il materiale per il nuovo edificio. Oggi è sottoposta ad un lungo e meticoloso lavoro di restauro, già completato all’esterno, che la riporterà all’originario splendore. Durante i lavori sono stati riportati alla luce affreschi risalenti al 700, tra cui un’“Ultima cena” del pergolese Gianfrancesco Ferri. È sede delle attività e dei laboratori di ceramica e di artigianato artistico del Museo Civico, in collaborazione con l’Associazione Amici della Ceramica, e di un laboratorio musicale.

Come ogni estate, domenica 9 luglio torna in passerella la quarta edizione di Miss Barco. A presentare la serata come sempre Nino Palombaro e a mettere un po’ di pepe alla serata la bellissima illusionista Elena Roggi. Ad animare il tutto ci penserà la nostra giuria, tra cui ancora in carica Saida Habibi che premierà la nuova Miss per l’atteso passaggio di corona. E’ un’occasione per passare una bella serata al fresco in un bel posto e assaggiare i buonissimi e famosi “crostoli Urbaniesi” preparati dalle nostre donne in cucina.

 

Cosa fare a Urbania: il cimitero delle mummie!

Un pizzico di brividi! Oggi vi proponiamo,  tra le cose da fare assolutamente a Urbania, la visita alla Chiesa dei Morti, dove 18 corpi mummificati naturalmente vengono visitati e studiati da curiosi di tutto il mondo!

Le mummie di Urbania: un miracolo naturale

La chiesa dei Morti, o Cappella Cola fino al 1836, a Urbania, conserva al suo interno il cosiddetto cimitero delle mummie. Scoperti 2 secoli fa, i corpi di 12 uomini e 6 donne sfidano ancora oggi le leggi della natura. Si tratta di un fenomeno di mummificazione naturale, ma tanti anni fa erano considerati corpi fatati per l’eccezionale stato di conservazione.

La tale condizione di integrità, organi e apparati interni compresi, si deve alla conformazione climatica e geologica di Urbania che hanno prodotto una disidratazione dei tessuti grazie alla ventilazione costante, a alla protezione successiva da muffe naturali.

Il cimitero delle mummie di Urbania e i registri

Grazie ai verbali della “Confraternita della Buona Morte”, registrati dalla chiesa, di ognuna è possibile sapere la storia personale: vi è una giovane donna deceduta di parto cesareo, un giovane accoltellato, oppure la mummia dello sventurato che fu sepolto vivo in stato di morte apparente.

Sfortunatamente i reperti non sono mai stati sottoposti alla datazione al carbonio.

Attualmente si trovano esposte dietro la cripta dell’altare maggiore della chiesa e sono visibili al pubblico.

Sono ancora sono molte le domande che ruotano attorno a queste mummie, tanto da destare interesse e attirare turisti da tutto il mondo.

Crediti immagine in evidenza: urbania-casterdurante.it

Sotto riportiamo un servizio di Rai Uno dedicato al custode delle mummie e che ha permesso di renderle fruibili al pubblico: Giovanni Maestrini (tel. 349 8195469).

Cippo di Carpegna e Pantani: una storia da raccontare!

A pochissimi chilometri da noi, chi ama la bici da strada può ripercorrere un circuito famoso e bellissimo quanto difficile: quello tanto amato da Marco Pantani. Lungo le salite che portano sulla vetta del monte Carpegna, il Cippo, appunto, si allenava proprio lui, il grande e sfortunato campione.

Numerose le scritte a lui dedicate in ogni angolo delle salite: un tocco nostalgico e emozionante che rimane stampato nel cuore.

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Crediti immagine:  Svevo Pedivella

“Il Carpegna mi basta!” Scopriamo insieme la salita più amata dal campione Marco Pantani

Marco Pantani era molto amato nella nostra zona. E lui amava allenarsi proprio sul monte Carpegna.

Il percorso, i ciclisti lo sanno, è un cocktail molto complesso di fatica e resistenza: 115km e dislivello di circa 1.800 metri su strade che spaziano su meravigliosi panorami.
Marco Pantani percorreva queste strade rese celebri anche dalla sua frase “Il Carpegna mi basta” poiché riteneva superfluo scalare le Dolomiti per gli allenamenti: le salite del Carpegna erano più che sufficienti per preparare le sue innumerevoli vittorie.

Tra i percorsi segnalati dalla nostra brochure per i ciclisti, il primo venuto alla nostra mente non poteva altro che essere quello dedicato al grande campione. Inoltre il Cippo di Carpegna è facilmente raggiungibile dal nostro hotel (meno di 30 chilometri).

Panteni cippo

Il Pantani Day e la fondazione Marco Pantani Onlus

Marco Pantani è ancora molto vivo nelle nostra memoria.

Ci sono molte iniziative che lo ricordano (sul sito della sua fondazione trovate tutte le insiziative a lui dedicate).

Il PANTANI DAY è nato 5 anni fa da un’idea di Evelina Zanda, referente dell’ASD Funtos Bike e Luca Demozzi, istruttore rinomato nel Trentino. Esposto  il progetto alla Funtos Bike, ne  ha ricevuto subito il consenso e da quel giorno è diventata tappa annuale nel calendario Ufficiale della Fondazione Marco Pantani ONLUS.

Il primo in assoluto a salire sul palco ed a fare la prima ora come istruttore nel primo PANTANI DAY nel lontano 2013, è stato Marco Della Vedova, ex ciclista professionista che ha avuto l’onore di correre nella squadra Mercatone Uno insieme a Marco Pantani.

 

 

Visite guidate: il meglio delle Marche a vostra disposizione!

Scegliete il bello delle Marche!

In collaborazione con la Cooperativa “Il Cerchio“, possiamo proporvi le seguenti escursioni, tutte con guida certificata. Si tratta di persone che amano profondamente il proprio lavoro e ciò fa la differenza!

Chiedeteci informazioni: contatteremo Cristina e Massimo per organizzare una meravigliosa esperienza fatta di benessere e bellezza nelle Marche.

URBINO,  Capitale del Rinascimento Italiano fu la città del Duca Federico da Montefeltro, uno dei più grandi condottieri ed umanisti del suo tempo. Federico da Montefeltro divenne Signore di Urbino e del Montefeltro all’età di 22 anni cioè dopo la morte del fratellastro Oddantonio, ma era già Signore dello Stato della Massa Trabaria, con capitale Sant’Angelo in Vado, a seguito del matrimonio con Gentile Brancaleoni.  Con lui la cultura divenne uno stile di vita e il Palazzo Ducale di Urbino, descritto da Baldassar  Castiglione “…..un Palazzo a forma di città ….”, un crocevia dei più grandi pensatori ed artisti. Il Palazzo, “Culla del Rinascimento Italiano”.

CAGLI, l’antica Cales, era un’importante città romana che faceva parte della Pentapoli bizantina sfortunatamente durante le invasioni fu distrutta e successivamente ricostruita sul Colle della Banderuola.

Nel 1287 la città di Cagli fu distrutta di nuovo da  un incendio appiccato al Palazzo Comunale dalla fazione ghibellina sostenuta da Trasmondo Brancaleoni di Roccaleonella ma nel 1289, per volontà di Papa Nicolò IV, la città fu ricostruita ex novo e dal colle della Banderuola scese sul pianoro, inglobò il preesistente borgo e prese il nome di Sant’Angelo Papale.

Cagli, libero comune, regalò a Federico da Montefeltro il Palazzo Comunale e da quel momento in poi seguì le sorti del Ducato di Urbino fino al 1631 anno della devoluzione allo Stato Pontificio.

MERCATELLO SUL METAURO è un borgo medioevale integro dove il tempo non ha assolutamente intaccato la sua struttura. Famoso perché è la città natale di un Dottore della Chiesa ossia Santa Veronica Giuliani. All’interno della chiesa di San Francesco del XIII secolo è possibile vedere l’Eterno con il globo Tripartitico, il Crocefisso di Pietro da Rimini ed il ritratto di Federico da Montefeltro (Signore di Urbino) con Ottaviano Ubaldini.

SANT’ANGELO IN VADO  è uno dei 100 borghi più belli d’Italia. Sant’Angelo in Vado è terra di saperi e sapori quei saperi che hanno permesso a una terra così fuori dai circuiti turistici classici e dalle vie di comunicazione veloci, da essere comunque meta turistica perché tanto ricca di storia, arte e cultura. Quei saperi che hanno reso famosa l’antica Tifernum Mataurense, odierna Sant’Angelo in Vado,  come municipio romano e  come capitale, durante il periodo medievale e rinascimentale, dello Stato della Massa Trabaria. E’ infatti una delle cittadine più ricche di storia, arte e cultura della provincia di Pesaro e Urbino. La sua storia è legata a famiglie importanti e potenti quali i Brancaleoni, i Montefeltro ed i Della Rovere.

PIOBBICO, l’origine del nome Piobbico risale all’epoca romana il termine publicum muta in plobicum  per diventare plobici ed infine Piobbico. La storia del paese si identifica con la famiglia Brancaleoni. Attorno all’anno 1000 il territorio fu affidato come feudo a questa famiglia che vi regno per quasi cinque secoli. Risalgono a questo periodo il Castello, il borgo sottostante, le chiese, tutta la parte vecchia del paese, e le varie ville e villaggi attorno, che poi conseguentemente all’abolizione del feudalesimo si incorporano al villaggio di Piobbico. Dall’inizio del XII secolo Piobbico fu signoria dei Brancaleoni che arrivò a dominare l’intera Massa Trabaria. Si oppose prima all’Albornoz, poi a Papa Martino V, e divenne a metà del XV possedimento dei Montefeltro e seguì così le sorti del ducato di Urbino. Il 21 dicembre 1827 per decreto di Leone XII Piobbico diviene comune autonomo, e lo stemma sarà un braccio nudo che tiene sollevata una rovere.

URBANIA Distrutto dai Montefeltro Castello delle Ripe rinacque col nome di Casteldurante, fu una delle città più importanti per la produzione di ceramiche e maioliche. Cipriano Piccolpasso scrisse “I Tre Libri dell’arte del Vasaio”….  nei quali si tratta non solo la pratica, ma brevemente tutti i segreti di essa cosa che persino al dì d’oggi è stata sempre tenuta nascosta.

Casteldurante  cambiò nome ancora una volta e divenne l’attuale Urbania. Francesco Maria II morì, la cittadina si vestì a lutto, l’illuminazione si spense e le fiaccole si accesero; Casteldurante come tutto il Ducato di Urbino e la Massa Trabaria disse addio ai suoi Duchi ed entrò a far parte dello Stato Pontificio.

SAN LEO  fu capitale d’Italia per volontà del re Berengario II, terra dei Malatesta e dei Montefeltro grazie all’astuzia che Federico da Montefeltro ordì col suo Capitan Grifoni di Sant’Angelo in Vado. Visitare San Leo ed il Forte é come fare un salto nel passato; il Bembo lo definì “….. impropugnabile strumento da guerra….”. E’ famosa perché fu la prigione dove vi soggiornò l’alchemico, il taumaturgo, il mago, l’incredibile Giuseppe Balsamo detto Conte di Cagliostro “… uomo al di fuori di ogni tempo e luogo…”. Dopo 4 anni 4 mesi 4 giorni di prigionia morì.

Gola del Furlo: fauna da sogno!

La gola del Furlo è una zona naturalistica meravigliosa!

Offre una moltitudine di occasioni per vedere la fauna e la flora che si sviluppano rigogliose in quest’oasi naturale assolutamente da visitare se siete alla ricerca di pace e relax.

La natura ha la possibilità di rigenerarci ed è per questo che, tra le tante attività nel Montefeltro, consigliamo di passeggiare in questo luogo magico e storico.

Stiamo preparando anche un percorso da attraversare in bici. Seguite i nostri canali che presto ve ne parleremo!

Ecco intanto qualche notizia da Wikipedia:

La gola o passo del Furlo è una gola situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano affluente del Metauro nella provincia di Pesaro-Urbino nel comune di Fermignano.

La forra si è formata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), grazie alla forza erosiva del fiume Candigliano; nei millenni ha raggiunto una notevole profondità, che tuttavia attualmente non è più visibile a causa della diga, costruita nel 1922, che ha ridotto l’impetuoso corso d’acqua a un placido lago.

Con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 6 febbraio 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno 2001, Serie Generale n.134, è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del Furlo.

Conoscere la fauna e la flora della gola del Furlo: la passeggiata domenicale organizzata dallo IAT.

La passeggiata è un appuntamento fisso della domenica e dei giorni festivi in cui le guide della Riserva saranno a completa disposizione per conoscere le peculiarità storico-naturalistiche dell’area protetta.

Una tranquilla passeggiata tra le imponenti e suggestive pareti della Gola del Furlo, che si snoda lungo la strada Flaminia, alla sinistra orografica del fiume Candigliano.

Un percorso semplice, pianeggiante, ricco di emozioni: il miglior modo per godere della moltitudine dei fiori che crescono nella gola, dei rapaci e degli altri uccelli che volano e nidificano sulle ripide pareti.

Le passeggiate sono accessibili a tutti (anziani, bambini, mamme con passeggini, disabili fisici, ecc.) e di breve durata (1 ora e mezza). Il percorso inizia dal Punto IAT (Informazione Accoglienza Turistica) della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, prosegue presso l’area golenale del Candigliano per poi continuare all’interno della Gola lungo la strada Flaminia, fino alla Grotta del Grano, percorrendo il camminamento pedonale appositamente realizzato dall’Amministrazione Provinciale.

Per la prenotazione rivolgersi al Punto IAT Riserva Naturale Statale Gola del Furlo: numero verde 800 028 800 o fisso 0721/700041

Saremo lieti di chiamare noi dello’hotel Bramante e SPA gli uffici preposti per prenotarvi la passeggiata.

Possiamo anche prenotare il vostro pranzo o la vostra cena in un locale dove degustare cibo tipico e di qualità.

Rivolgetevi a Matteo o Martina al ricevimento!

Crediti immagini: parks.it