Golf Club Alpe della Luna a pochi minuti dal nostro Hotel

Golf Club Alpe della Luna
Via Taramone 2
61040 Borgo Pace PU
info@golfalpedellaluna.it
+39 339 2701581

A pochi minuti dal nostro Hotel, presso Il golf club Alpe della Luna che nasce nelle campagne del Montefeltro, più precisamente nella vicina cittadina di Borgo Pace. Attualmente sono disponibili e giocabili sei delle nuove buche di cui si compone il progetto generale, mentre il campo pratica è dotato di oltre 10 postazioni su tappeto (è possibile praticare anche da terra). Il circolo beneficia anche di una piscina inaugurata di recente, di un bar, di un ristorante e di una bella Club House. Prossimamente saranno disponibili postazioni coperte e l’illuminazione del putting green.
Orari di apertura:
dal 01/10 al 31/03 è aperto dal martedi alla domenica dalle 08:30 alle 18:00
dal 01/04 al 31/09 è aperto tutti i giorni dalle 08:30 alle 18:00 (la domenica fino le 20:00).

Prezzi:
Green fee campo pratica: €7,00
Gettone palline: €1,00
Green fee 12/18 buche (compreso spogliatoio, docce): €15,00
Noleggio carrello: €3,00
Noleggio sacca: €10,00
Noleggio Golf Cart: €20,00

SUI PREZZI, COMUNICANDO CHE SIETE OSPITI DEL BOUTIQUE HOTEL BRAMANTE & SPA, RICEVERETE UN GRADITO SCONTO DEL 20%!!!!!

Pacchetti esperienza vino presso Boutique Hotel Bramante Spa

Vacanze con esperienza Vino nel Nord delle Marche

Benvenuti al Boutique Hotel Bramante Spa nel Nord delle Marche, completamente rinnovato per Voi! Sarete i benvenuti in una delle nostre 13 spaziose e confortevoli camere, arredate con cura e attenzione per le Vostre esigenze; e verrete viziati dalle specialità del nostro Servizio  Wellness!

Il Boutique Hotel Bramante Spa si trova ad Urbania nel centro di “Le strade del vino Le province di Pesaro e Urbino”, un incantevole e tranquillo paesino immerso tra le vigne, adagiato su una terrazza naturale e assolata che si affaccia sulla valle del Candigliano.

Un territorio dove la natura si conserva pressoché intatta, circondato da una campagna generosa di uliveti, di vigne e di frutteti immersi nella quiete di un paesaggio caratterizzato da antichi borghi e conventi. Una terra di antiche tradizioni, di buona gastronomia e di prodotti
genuini, dove il verde delle colline si mescola all’azzurro dell’Adriatico attraverso terrazze panoramiche, in un’effusione di silenzi e di toni pacati.
Qui, dove la campagna produce un olio che per la sua qualità pregiata ha avuto il riconoscimento DOP, formaggi pecorini frutto del lavoro di abili casari, e dove abbondano coltivazioni di frutta e lavorazioni di salumi insaccati, ha origine la strada del gusto.

 

In tutto l’hotel c’è a vostra disposizione W-Lan, tutte le camere sono raggiungibili con l’ascensore e dotate di collegamento internet e TV satellitare.
Le Vostre vacanze inizieranno con una ricca colazione a buffet,

Il “cuore” della rinnovata struttura è la magnifica SPA-Centro Benessere   dotata di:

Piscina con idromassaggio e cascata d’acqua
– Sauna Finlandese, temperatura 80-90 °C – Umidità 10-20%
– Bagno Turco, temperatura 40-50 °C  – Umidità 100%
– Sauna salina con sale Himalayano caldo ionizzato in aria, temperatura 40-50 °C – Umidità 50-60%
– Docce Emozionali
– Pozzo freddo
– Zona Relax con lettini ad acqua riscaldati. Temperatura del materassino ad acqua: 30-36°C

Vi stuzzica l’idea di passare delle giornate di ferie in un ambiente assolutamente tranquillo e soleggiato? Se sì, Boutique Hotel Bramante Spa è ciò che fa per Voi! Facciamo sempre del nostro meglio, affinché i giorni da noi siano davvero giorni di tranquillo relax.

Cosa fare a Urbania: il cimitero delle mummie!

Un pizzico di brividi! Oggi vi proponiamo,  tra le cose da fare assolutamente a Urbania, la visita alla Chiesa dei Morti, dove 18 corpi mummificati naturalmente vengono visitati e studiati da curiosi di tutto il mondo!

Le mummie di Urbania: un miracolo naturale

La chiesa dei Morti, o Cappella Cola fino al 1836, a Urbania, conserva al suo interno il cosiddetto cimitero delle mummie. Scoperti 2 secoli fa, i corpi di 12 uomini e 6 donne sfidano ancora oggi le leggi della natura. Si tratta di un fenomeno di mummificazione naturale, ma tanti anni fa erano considerati corpi fatati per l’eccezionale stato di conservazione.

La tale condizione di integrità, organi e apparati interni compresi, si deve alla conformazione climatica e geologica di Urbania che hanno prodotto una disidratazione dei tessuti grazie alla ventilazione costante, a alla protezione successiva da muffe naturali.

Il cimitero delle mummie di Urbania e i registri

Grazie ai verbali della “Confraternita della Buona Morte”, registrati dalla chiesa, di ognuna è possibile sapere la storia personale: vi è una giovane donna deceduta di parto cesareo, un giovane accoltellato, oppure la mummia dello sventurato che fu sepolto vivo in stato di morte apparente.

Sfortunatamente i reperti non sono mai stati sottoposti alla datazione al carbonio.

Attualmente si trovano esposte dietro la cripta dell’altare maggiore della chiesa e sono visibili al pubblico.

Sono ancora sono molte le domande che ruotano attorno a queste mummie, tanto da destare interesse e attirare turisti da tutto il mondo.

Crediti immagine in evidenza: urbania-casterdurante.it

Sotto riportiamo un servizio di Rai Uno dedicato al custode delle mummie e che ha permesso di renderle fruibili al pubblico: Giovanni Maestrini (tel. 349 8195469).

Cippo di Carpegna e Pantani: una storia da raccontare!

A pochissimi chilometri da noi, chi ama la bici da strada può ripercorrere un circuito famoso e bellissimo quanto difficile: quello tanto amato da Marco Pantani. Lungo le salite che portano sulla vetta del monte Carpegna, il Cippo, appunto, si allenava proprio lui, il grande e sfortunato campione.

Numerose le scritte a lui dedicate in ogni angolo delle salite: un tocco nostalgico e emozionante che rimane stampato nel cuore.

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Svevo Pedivella Cippo Carpegna Pantani

Crediti immagine:  Svevo Pedivella

“Il Carpegna mi basta!” Scopriamo insieme la salita più amata dal campione Marco Pantani

Marco Pantani era molto amato nella nostra zona. E lui amava allenarsi proprio sul monte Carpegna.

Il percorso, i ciclisti lo sanno, è un cocktail molto complesso di fatica e resistenza: 115km e dislivello di circa 1.800 metri su strade che spaziano su meravigliosi panorami.
Marco Pantani percorreva queste strade rese celebri anche dalla sua frase “Il Carpegna mi basta” poiché riteneva superfluo scalare le Dolomiti per gli allenamenti: le salite del Carpegna erano più che sufficienti per preparare le sue innumerevoli vittorie.

Tra i percorsi segnalati dalla nostra brochure per i ciclisti, il primo venuto alla nostra mente non poteva altro che essere quello dedicato al grande campione. Inoltre il Cippo di Carpegna è facilmente raggiungibile dal nostro hotel (meno di 30 chilometri).

Panteni cippo

Il Pantani Day e la fondazione Marco Pantani Onlus

Marco Pantani è ancora molto vivo nelle nostra memoria.

Ci sono molte iniziative che lo ricordano (sul sito della sua fondazione trovate tutte le insiziative a lui dedicate).

Il PANTANI DAY è nato 5 anni fa da un’idea di Evelina Zanda, referente dell’ASD Funtos Bike e Luca Demozzi, istruttore rinomato nel Trentino. Esposto  il progetto alla Funtos Bike, ne  ha ricevuto subito il consenso e da quel giorno è diventata tappa annuale nel calendario Ufficiale della Fondazione Marco Pantani ONLUS.

Il primo in assoluto a salire sul palco ed a fare la prima ora come istruttore nel primo PANTANI DAY nel lontano 2013, è stato Marco Della Vedova, ex ciclista professionista che ha avuto l’onore di correre nella squadra Mercatone Uno insieme a Marco Pantani.

 

 

Visite guidate: il meglio delle Marche a vostra disposizione!

Scegliete il bello delle Marche!

In collaborazione con la Cooperativa “Il Cerchio“, possiamo proporvi le seguenti escursioni, tutte con guida certificata. Si tratta di persone che amano profondamente il proprio lavoro e ciò fa la differenza!

Chiedeteci informazioni: contatteremo Cristina e Massimo per organizzare una meravigliosa esperienza fatta di benessere e bellezza nelle Marche.

URBINO,  Capitale del Rinascimento Italiano fu la città del Duca Federico da Montefeltro, uno dei più grandi condottieri ed umanisti del suo tempo. Federico da Montefeltro divenne Signore di Urbino e del Montefeltro all’età di 22 anni cioè dopo la morte del fratellastro Oddantonio, ma era già Signore dello Stato della Massa Trabaria, con capitale Sant’Angelo in Vado, a seguito del matrimonio con Gentile Brancaleoni.  Con lui la cultura divenne uno stile di vita e il Palazzo Ducale di Urbino, descritto da Baldassar  Castiglione “…..un Palazzo a forma di città ….”, un crocevia dei più grandi pensatori ed artisti. Il Palazzo, “Culla del Rinascimento Italiano”.

CAGLI, l’antica Cales, era un’importante città romana che faceva parte della Pentapoli bizantina sfortunatamente durante le invasioni fu distrutta e successivamente ricostruita sul Colle della Banderuola.

Nel 1287 la città di Cagli fu distrutta di nuovo da  un incendio appiccato al Palazzo Comunale dalla fazione ghibellina sostenuta da Trasmondo Brancaleoni di Roccaleonella ma nel 1289, per volontà di Papa Nicolò IV, la città fu ricostruita ex novo e dal colle della Banderuola scese sul pianoro, inglobò il preesistente borgo e prese il nome di Sant’Angelo Papale.

Cagli, libero comune, regalò a Federico da Montefeltro il Palazzo Comunale e da quel momento in poi seguì le sorti del Ducato di Urbino fino al 1631 anno della devoluzione allo Stato Pontificio.

MERCATELLO SUL METAURO è un borgo medioevale integro dove il tempo non ha assolutamente intaccato la sua struttura. Famoso perché è la città natale di un Dottore della Chiesa ossia Santa Veronica Giuliani. All’interno della chiesa di San Francesco del XIII secolo è possibile vedere l’Eterno con il globo Tripartitico, il Crocefisso di Pietro da Rimini ed il ritratto di Federico da Montefeltro (Signore di Urbino) con Ottaviano Ubaldini.

SANT’ANGELO IN VADO  è uno dei 100 borghi più belli d’Italia. Sant’Angelo in Vado è terra di saperi e sapori quei saperi che hanno permesso a una terra così fuori dai circuiti turistici classici e dalle vie di comunicazione veloci, da essere comunque meta turistica perché tanto ricca di storia, arte e cultura. Quei saperi che hanno reso famosa l’antica Tifernum Mataurense, odierna Sant’Angelo in Vado,  come municipio romano e  come capitale, durante il periodo medievale e rinascimentale, dello Stato della Massa Trabaria. E’ infatti una delle cittadine più ricche di storia, arte e cultura della provincia di Pesaro e Urbino. La sua storia è legata a famiglie importanti e potenti quali i Brancaleoni, i Montefeltro ed i Della Rovere.

PIOBBICO, l’origine del nome Piobbico risale all’epoca romana il termine publicum muta in plobicum  per diventare plobici ed infine Piobbico. La storia del paese si identifica con la famiglia Brancaleoni. Attorno all’anno 1000 il territorio fu affidato come feudo a questa famiglia che vi regno per quasi cinque secoli. Risalgono a questo periodo il Castello, il borgo sottostante, le chiese, tutta la parte vecchia del paese, e le varie ville e villaggi attorno, che poi conseguentemente all’abolizione del feudalesimo si incorporano al villaggio di Piobbico. Dall’inizio del XII secolo Piobbico fu signoria dei Brancaleoni che arrivò a dominare l’intera Massa Trabaria. Si oppose prima all’Albornoz, poi a Papa Martino V, e divenne a metà del XV possedimento dei Montefeltro e seguì così le sorti del ducato di Urbino. Il 21 dicembre 1827 per decreto di Leone XII Piobbico diviene comune autonomo, e lo stemma sarà un braccio nudo che tiene sollevata una rovere.

URBANIA Distrutto dai Montefeltro Castello delle Ripe rinacque col nome di Casteldurante, fu una delle città più importanti per la produzione di ceramiche e maioliche. Cipriano Piccolpasso scrisse “I Tre Libri dell’arte del Vasaio”….  nei quali si tratta non solo la pratica, ma brevemente tutti i segreti di essa cosa che persino al dì d’oggi è stata sempre tenuta nascosta.

Casteldurante  cambiò nome ancora una volta e divenne l’attuale Urbania. Francesco Maria II morì, la cittadina si vestì a lutto, l’illuminazione si spense e le fiaccole si accesero; Casteldurante come tutto il Ducato di Urbino e la Massa Trabaria disse addio ai suoi Duchi ed entrò a far parte dello Stato Pontificio.

SAN LEO  fu capitale d’Italia per volontà del re Berengario II, terra dei Malatesta e dei Montefeltro grazie all’astuzia che Federico da Montefeltro ordì col suo Capitan Grifoni di Sant’Angelo in Vado. Visitare San Leo ed il Forte é come fare un salto nel passato; il Bembo lo definì “….. impropugnabile strumento da guerra….”. E’ famosa perché fu la prigione dove vi soggiornò l’alchemico, il taumaturgo, il mago, l’incredibile Giuseppe Balsamo detto Conte di Cagliostro “… uomo al di fuori di ogni tempo e luogo…”. Dopo 4 anni 4 mesi 4 giorni di prigionia morì.